Among the countless beauties of the Syrian cultural heritage, the Khabur plain region in north-eastern Syria represents a privileged territory, dotted with a dense network of ancient settlements of great historical importance. Tell Leilan, built along the banks of the Wadi Jarrah, with a lower city surrounded by imposing walls extending over 90 hectares, and an acropolis, still inhabited by the local population, extended to 15 hectares, is one of the most relevant in this area. Known by the name of Shekna, in the 3rd millennium BC, the settlement was chosen by Shamshi-Adad, ruler, between the 19th and 18th centuries. BC to establish his capital with the new name of Shubat-Enlil. Since 1978, an archaeological mission of the Yale University, led by prof. Harvey Weiss, has investigated the site finding impressive monumental buildings and a large number of tablets, including five international treaties of great historical relevance. Archaeological finds and extensive paleo-environmental studies aimed at rebuilding the social dynamics of the region have characterized the research campaigns of the American archaeological mission, which will be here presented.

Tra le innumerevoli ricchezze del patrimonio culturale siriano, la regione delle piane del Khabur, nella Siria nord-orientale, rappresenta un territorio privilegiato, dall’antica urbanizzazione e dal ricchissimo paesaggio archeologico, costellato da una fitta rete di insediamenti antichi, tra cui spiccano siti di grandi dimensioni, di importante rilevanza storica. Tell Leilan, edificata lungo l’argine dello Wadi Jarrah, con una città bassa cinta da imponenti mura dall’estensione di 90 ettari, e un’acropoli, tutt’oggi abitata dalla popolazione locale, estesa per 15 ettari, è uno dei siti più significativi di tale area. Conosciuta con il nome di Shekna, nel III millennio a.C., l’insediamento fu scelto dal sovrano Shamshi-Adad, a cavallo tra il XIX e il XVIII sec. a.C., per stabilirvi la sua capitale con il nuovo nome di Shubat-Enlil. Dal 1978 una missione archeologica dell’Università di Yale, diretta dal prof. Harvey Weiss , ha indagato l’insediamento con scavi estensivi che insieme a imponenti edifici monumentali, ha portato alla luce anche un rilevante numero di tavolette, tra cui cinque trattati internazionali di grande interesse storico. Ricognizioni archeologiche e studi paleo-ambientali ad ampio raggio, volti a ricostruire le dinamiche sociali della regione, hanno caratterizzato le campagne di ricerca della missione archeologica americana di cui, nel presente intervento, si vuole rendere testimonianza.

Shubat-Enlil e il paese di Apum. The Yale Tell Leilan Project / Mori, Lucia. - STAMPA. - (2017), pp. 51-59. (Intervento presentato al convegno Chi ha diritto alla cultura? La situazione dei beni archeologici in Iraq e Siria tenutosi a Roma nel 16 aprile 2016).

Shubat-Enlil e il paese di Apum. The Yale Tell Leilan Project

MORI, Lucia
2017

Abstract

Among the countless beauties of the Syrian cultural heritage, the Khabur plain region in north-eastern Syria represents a privileged territory, dotted with a dense network of ancient settlements of great historical importance. Tell Leilan, built along the banks of the Wadi Jarrah, with a lower city surrounded by imposing walls extending over 90 hectares, and an acropolis, still inhabited by the local population, extended to 15 hectares, is one of the most relevant in this area. Known by the name of Shekna, in the 3rd millennium BC, the settlement was chosen by Shamshi-Adad, ruler, between the 19th and 18th centuries. BC to establish his capital with the new name of Shubat-Enlil. Since 1978, an archaeological mission of the Yale University, led by prof. Harvey Weiss, has investigated the site finding impressive monumental buildings and a large number of tablets, including five international treaties of great historical relevance. Archaeological finds and extensive paleo-environmental studies aimed at rebuilding the social dynamics of the region have characterized the research campaigns of the American archaeological mission, which will be here presented.
2017
Chi ha diritto alla cultura? La situazione dei beni archeologici in Iraq e Siria
Tra le innumerevoli ricchezze del patrimonio culturale siriano, la regione delle piane del Khabur, nella Siria nord-orientale, rappresenta un territorio privilegiato, dall’antica urbanizzazione e dal ricchissimo paesaggio archeologico, costellato da una fitta rete di insediamenti antichi, tra cui spiccano siti di grandi dimensioni, di importante rilevanza storica. Tell Leilan, edificata lungo l’argine dello Wadi Jarrah, con una città bassa cinta da imponenti mura dall’estensione di 90 ettari, e un’acropoli, tutt’oggi abitata dalla popolazione locale, estesa per 15 ettari, è uno dei siti più significativi di tale area. Conosciuta con il nome di Shekna, nel III millennio a.C., l’insediamento fu scelto dal sovrano Shamshi-Adad, a cavallo tra il XIX e il XVIII sec. a.C., per stabilirvi la sua capitale con il nuovo nome di Shubat-Enlil. Dal 1978 una missione archeologica dell’Università di Yale, diretta dal prof. Harvey Weiss , ha indagato l’insediamento con scavi estensivi che insieme a imponenti edifici monumentali, ha portato alla luce anche un rilevante numero di tavolette, tra cui cinque trattati internazionali di grande interesse storico. Ricognizioni archeologiche e studi paleo-ambientali ad ampio raggio, volti a ricostruire le dinamiche sociali della regione, hanno caratterizzato le campagne di ricerca della missione archeologica americana di cui, nel presente intervento, si vuole rendere testimonianza.
Siria; Tell Leilan; archeologia; beni culturali
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Shubat-Enlil e il paese di Apum. The Yale Tell Leilan Project / Mori, Lucia. - STAMPA. - (2017), pp. 51-59. (Intervento presentato al convegno Chi ha diritto alla cultura? La situazione dei beni archeologici in Iraq e Siria tenutosi a Roma nel 16 aprile 2016).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/953895
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